La modifica ai principi contabili internazionali, approvata settimana scorsa dallo Iasb e omologata in tempi rapidissimi dalla Commissione Ue, ha le caratteristiche di una manovra straordinaria e urgente, ma ha tuttavia il pregio di integrarsi nel complesso sistema delle regole contabili internazionali. L'intervento, infatti, consente (in via opzionale) il trasferimento di taluni strumenti finanziari fuori dal fair value senza modificare altri principi fondamentali dello Ias 39 (ad esempio la nozione e la classificazione degli strumenti finanziari, nonché la natura e l'utilizzo dei contratti derivati).
La «tainting rule»
La previsione di una way out contabile dal portafoglio di designazione iniziale va comunque affinata. Tra le richieste avanzate successivamente e all'esame degli organismi tecnici (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri) vi è quella di rivedere, in particolare, una regola semplice ma controversa: la tainting rule (regola della contaminazione). Essa stabilisce un divieto con annessa sanzione: in caso di vendite significative di strumenti finanziari classificati nella categoria «detenuti fino alla scadenza» (Htm), è obbligatorio riclassificare fuori della medesima categoria (ossia nella classe residuale dei «disponibili per la vendita») tutti i titoli rimanenti. Il che significa dover assoggettare a fair value (con variazioni di valore iscritte a rettifica del patrimonio netto) strumenti prima iscritti al costo.
Adesso si pensa di rendere impostazione contabile e rappresentazione in bilancio degli strumenti finanziari più aderenti alle politiche gestionali e al sistema di governo dei rischi dell'impresa. Un'esigenza sentita già prima della crisi. Se infatti si devono imporre dei limiti operativi, sarebbe più efficace lasciare che a ciò provvedano le diverse autorità che vigilano e regolamentano i mercati finanziari, piuttosto che standard setter nazionali o internazionali che emanano regole di financial reporting. Le authority dispongono già di adeguati poteri attribuiti dalla legge a tale scopo. Si avrebbe così, da un lato, una maggiore stabilità dei principi contabili e, dall'altro, una maggior rapidità ed efficacia di intervento nelle situazioni di emergenza.
Salvaguardare il sistema
La previsione di ulteriori adeguamenti alla disciplina contabile internazionale non può, peraltro, essere considerata priva di rischi. Le modifiche, infatti, potrebbero rappresentare non solo un semplice restyling bilancistico, ma riguardare questioni rilevanti in grado di incidere profondamente sul controverso Ias 39. Sia la fair value option (possibilità di utilizzare il criterio di misurazione al valore equo a prescindere dalla finalità dell'investimento) sia il trattamento degli embedded derivatives (derivati incorporati in altri strumenti finanziari) rappresentano, infatti, tasselli basilari dello standard internazionale sul l'operatività finanziaria.
Lo Iasb, inoltre, ha individuato nell'impiego generalizzato del fair value (non nella sua eliminazione) la soluzione di lungo periodo per ridurre la complessità di rappresentazione degli strumenti finanziari (si veda Reducing Complexity in Reporting Financial Instruments, nella bozza del marzo 2008). Risulta condivisibile, quindi, la posizione di quegli Stati membri dell'Accounting Regulatory Committee (organismo politico che esprime un parere obbligatorio per l'omologazione dei principi internazionali nell'ordinamento europeo) che, pur sostenendo la proposta di modifica, hanno auspicato l'indivisuazione di soluzioni tecniche a livello mondiale, resistendo alla tentazione di introdurre emendamenti esclusivamente europei.
